giovedì 28 giugno 2012

Una vita da astemio.


Sembra così amaro
essere astemi.

Dover pregare
un barista
di porgerti
un bicchiere
d’acqua,
a discapito di una
– comunque bassa –
dignità.

Essere catapultati
all’angolo di tutto
e contemplare
per giorni,
settimane,
mesi,
gli altri che
ridono,
scherzano,
vendono
le loro
frottole.

Non poter
mai salire
le scale
traballando.

Portare a casa
solo cibi.

Vedere gli altri
bevitori pieni
di amici e
dover dire,
in tono deluso:

«Io non ne ho».

Sarà così la vita
dell’astemio.

Ma tutti,
prima o dopo,
capiscono
di vivere,
e di avere
una testa
e quindi
anche
una fronte,

e una mano
per batterci
sopra.

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