Sembra così amaro
essere astemi.
Dover pregare
un barista
di porgerti
un bicchiere
d’acqua,
a discapito di una
– comunque bassa –
dignità.
Essere catapultati
all’angolo di tutto
e contemplare
per giorni,
settimane,
mesi,
gli altri che
ridono,
scherzano,
vendono
le loro
frottole.
Non poter
mai salire
le scale
traballando.
Portare a casa
solo cibi.
Vedere gli altri
bevitori pieni
di amici e
dover dire,
in tono deluso:
«Io non ne ho».
Sarà così la vita
dell’astemio.
Ma tutti,
prima o dopo,
capiscono
di vivere,
e di avere
una testa
e quindi
anche
una fronte,
e una mano
per batterci
sopra.
Davvero molto bello
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