Pronunziando la parola “finocchio” il rischio è quello di
suscitare un ricordo vagamente increscioso: quello di una pomposa
sceneggiata, con l’occhio che cade su
uomini glabri in petto foderati in un mare di lenzuola sgualcite. Tuttavia, il
finocchio esiste nelle nostre strade: uomini esperti nell’occultazione
maniacale, con in tasca inviti di feste oscene. Uno di questi fu Giacculo, il
quale dichiarò una volta che l’essere finocchi non è alla portata di tutti, e
che bisogna essere delle vere donne, come lui. L’alba della sua metamorfosi –
quando ancora godeva dei benefici indefiniti della mescolanza – fu rude. Il suo
amante si batté con le sole mani, secondo un’antica usanza. Giacculo (menefreghista
di natura), ostentava il suo cannone sulla destra, un dildo in lattice
nell’altra. Il cannone fallì, ma il dildo, una volta strappatogli di mano dal
voluminoso amante, gli fece urlare: «Ohi, ma che dolore». Poi, sotto il peso
della consuetudine, andò sempre meglio. La carriera – breve ma luminosa – di
Giacculo si interruppe una notte umida e tenace, quando perse il senno per il
suo stesso corpo. Morì con il collo spezzato, mentre cercava di avvicinare le
labbra al prepuzio. E questo è quanto.
Spettacolare
RispondiEliminaChe bello stile...
RispondiEliminaCondivido unostile davvero bello
RispondiEliminaMi sembra un livello abbastanza alto, strano leggere cose del genre su un blog.
RispondiEliminaUn linguaggio popetico su un argomento (forse) idiota, incredibile
RispondiEliminalikeit
RispondiEliminaSeria A
RispondiEliminascusa ma a quale autore ti ispiri? Lo voglio.....
RispondiEliminafantastico... brutta fine però
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