giovedì 26 luglio 2012

Aperitivo al Campanile.

  Poiché nella mente del Campanilista l’idea dell’aperitivo e quella dello stuzzichino sono indissolubilmente unite, l’oste ordina ad un cameriere di ruolo che sul bancone legnoso vi sia sempre una porzione di vettovaglie. Questo delegato non è sempre lo stesso. Un cittadino di Alloccopolis, che una volta era arruolato in un maestoso centro commerciale, ricoprì questo incarico. Poiché era sincero, parlò al Campanilista da amico. Gli disse che gli stuzzichini, seppur luminosi, nerboruti ed avvenenti, erano la scusa che l’oste usava per tenere alti i prezzi delle bibite. Il Campanilista lo ascoltò come un fratello – il capo reclinato, l’occhio attento, il ghigno compiacente. Poi andò dall’oste e avvelenò l’immagine del povero delegato. Ovviamente, dovettero sostituirlo. Il nuovo delegato è omesso all’occhio degli abitué. Come un verme, porta gli inevitabili stuzzichi, strisciando. Il suo operato è invisibile: sul bancone vi è un piatto vuoto, poi ci si distrae, ed ecco che l’amato salume filiforme appare sul piattino oblungo. Qualcuno parlò di magia, altri di inganno, altri ancora di cinetica sovrannaturale, ma nessuno vedeva mai il delegato, e le congetture del Campanilista erano fiorenti. «Dicono che abbia un occhio di vetro, un braccio in meno, un legno al posto della gamba, un pene mostruoso». Una sera, un forestiero, sprezzante della logica Campanilista, disse: «Credete che basti un cubo di mortadella affinché io paghi tre Euri questo vino insipido?». Il caos nacque torbido. Il Campanilista, con il volto come il palmo di una mano, giaceva all’angolo di tutto, inespressivo. Per sedare i disordini, il delegato venne tirato fuori da sotto il bancone ed esibito. Fu in quell’occasione che lo vidi. Assomigliava agli scheletri senza corpo che non hanno percezione, ed aveva gli occhi cavi. Riuscì ad articolare le parole: «Io sono quello degli stuzzichini» e immediatamente sprofondò nell’abisso.

2 commenti: